IN MARZO, ALLA RIBALTA LA GRANDE TRADIZIONE MARINARA DI MONACO

Di Nicola Tavoletta

MONACO. L’infinità dei mari e degli oceani è spesso considerata come uno spazio esterno limitato, confinato. Tale concetto, per natura storica e antropologica, non è però mai appartenuto al Principato di Monaco e alla sua comunità, ma è da sempre parte viva, addirittura fondamentale, della natura e della identità monegasca, così nella gente, così nei Governi. Una vocazione che parte addirittura da un dio pagano, quell’Ercole che diede il nome al porto della Rocca ai tempi della dominazione romana imperiale, e che è arrivata fino ai nostri giorni intessuta di una spiritualità profondamente cristiana, legata al perpetuo ricordo della martire Patrona di Monaco, quella Santa Devota miracolosamente approdata sulle sue rive in un inverno di mare tempestoso. Questo prologo dai toni romantici continua nelle vicende marinare storiche che garantirono il dominio del mediterraneo occidentale ai signori della Rocca di Monaco, e il riconoscimento nei secoli del “Diritto del mare” al porto di Monaco da parte dei vari potentati, da Genova alla Francia attraverso la Spagna. Figura romantica a mio avviso anche quella del Principe Alberto I, navigatore in Atlantico per approfondire i suoi studi idrografici, ed eploratore dell’Artico. (nel 1899 si diede il nome “Monacobreen” a una montagna di ghiaccio da lui scoperta nell’arcipelago delle Svalbard, nel Liefdefjord norvegese) Da queste spedizioni riporterà una grande quantità di reperti per le collezioni che sono esposte al Museo Oceanografico di Monaco, da lui stesso fondato nel 1906, come anche gli si deve l’Institut Océanographique di Parigi nello stesso anno, e l’International Hydrographic Organization (IHO) lanciata a Monaco nel 1921. Un impegno continuato dai suoi eredi per tutto il XX° secolo, quando nel 1976 il governo del Principe Ranieri III firmò, assieme a quelli di Italia e Francia, il trattato Ramoge, finalizzato alla protezione delle acque costiere del Mediterraneo. Inoltre, nel 1982 il Principato è stato tra i primi Stati a firmare la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. Salito al trono dopo il padre Ranieri, nel giugno 2006 S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco decise di creare la sua Fondazione, al fine di rispondere concretamente alla preoccupante situazione ambientale del nostro pianeta. La Fondation Prince Albert II de Monaco intraprende azioni per la protezione dell’ambiente a livello globale, nel campo dei cambiamenti climatici, della conservazione della biodiversità e della gestione delle acque. Sostenuto dalla Fondazione, il governo di Monaco ha assunto rapidamente impegni forti, come l’appello del 2008 per fermare il consumo del tonno rosso e del bluefin tuna del Mediterraneo, allora in pericolo di estinzione,  o come la Dichiarazione di Monaco del 2009 sull’ acidificazione degli oceani, sostenuta da 150 scienziati provenienti da 26 paesi. La Fondazione ha inoltre dato vita, nel 2009, alla Monaco Blue Initiative (MBI), una piattaforma di scambio che riunisce i suoi membri per affrontare le sfide globali presenti e future della gestione e della conservazione degli oceani. Nel 2013 è stato  creato un Fondo Ambientale, dedicato alla gestione delle Aree Marine Protette nel Mediterraneo. Nel 2015 nasce l’iniziativa BeMed per combattere l’inquinamento da plastica nel Mediterraneo; durante la COP21 di Parigi, il principe stesso ha  svolto un ruolo importante nella dichiarazione Why the Ocean, che sottolinea il ruolo essenziale dell’oceano nella regolazione del clima, firmata ad oggi da 33 paesi; poi, nel 2016, il Principato di Monaco è stato all’origine della produzione da parte dell’Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC, un rapporto speciale dedicato agli oceani e alla criosfera, reso pubblico a Monaco nel settembre 2019. Durante la conferenza Our Ocean tenutasi a Bali nell’ottobre 2018, il Principato ha anche annunciato impegni concreti per un oceano sostenibile, come il lancio da parte della Fondazione Principe Alberto II di Monaco di un fondo ambientale per le barriere coralline insieme al Gruppo Vulcan. Un’iniziativa che si svolge nel quadro della co-presidenza dell’International Coral Reef Initiative assicurata da Monaco insieme ad Australia e Indonesia fino al 2020 e prorogata fino all’estate 2021. Il Governo del Principe lavora continuamente per questa causa ed è pienamente impegnato nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs). Negli ultimi 15 anni ha condotto azioni in tre aree geografiche principali: il bacino del Mediterraneo, le regioni polari e i paesi meno sviluppati, al fine di limitare gli effetti del cambiamento climatico e promuovere le energie rinnovabili, preservare la biodiversità, gestire le risorse idriche e combattere la desertificazione. Il Governo del Principato, l’Istituto Oceanografico, il Centro Scientifico e lo Yacht Club, patrocinati dalla Fondazione del Principe, hanno creato, come detto sopra,  la “Monaco Blue Initiative”, la cui la 15a  edizione avrà luogo il 17 e il 18 marzo prossimo in seno alla “Monaco Ocean Week” che si svolgerà dal 18 al 22 marzo, eventi  ricchi di 32 sezioni tra seminari, dibattiti ed eventi internazionali, politici, sociali e scientifici. Attiva a livello internazionale, mobilitano infatti cittadini, leader politici, scienziati e attori economici nella protezione della natura, patrimonio comune dell’umanità. Oltre che presso il Museo Oceanografico e l’Istituto Oceanografico, segnaliamo tre eventi che si terranno il  21 e il 22 marzo allo Yatch Club Monaco, l’istituzione che coinvolge l’intero ecosistema nella spinta verso uno yachting virtuoso, favorendo scambi e innovazioni che potrebbero portare grandi cambiamenti al settore: il  21 marzo avranno luogo il 13°Environmental Symposium e la 4a edizione degli YCM Explorer Awards de La Belle Classe Superyachts; e venerdì 22 marzo il 2° Monaco Smart Yacht Rendezvous, un evento di networking che si conclude con un terzo evento, la consegna degli Smart Innovative Yacht Awards. Organizzati sotto la presidenza di S.A.S. il Principe Alberto II dal 2018, questi premi sono dedicati agli armatori che si distinguono per il loro impegno nella protezione dell’ambiente marino, sia nella progettazione del loro yacht che nel modo in cui lo utilizzano. I riconoscimenti vengono assegnati da una giuria di professionisti in tre categorie: Tecnologia e Innovazione, Mediazione e Scienza, Avventura e Responsabilità ambientale. Infine, è da sottolineare come i trentadue appuntamenti in programma esprimono una qualità altissima  nell’approfondimento e nell’elaborazione, soprattutto per una caratteristica che assume un valore aggiunto: la sinergia che riescono ad esprimere i soggetti, promotori dell’integrazione di un vero sistema autorevole.

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