IL “GOSSIP”, DA SOCRATE A PAPA FRANCESCO

Di Ilio Masprone  

MONACO. Il pettegolezzo esiste da sempre, tra gli individui, negli scoop dei media come “gossip”, (e ne sanno abbastanza il Principato di Monaco e la famiglia Grimaldi…) nonché purtroppo e con sempre maggior frequenza, sui social. Su questi moderni mezzi di comunicazione, prediletti in special modo dai ragazzi della generazione zeta che hanno tra gli 8 e i 23 anni, la diffusione di chiacchiere potrebbe essere anche divertente, se non fosse molte volte, oltre che  offensiva e inutile, decisamente dannosa. Infatti e’ successo che giovani adolescenti, vittime di pettegolezzi e bullismo, siano caduti in depressione, arrivando  persino a cercare la morte per suicidio. Ebbene, io penso che, a partire dalla scuola, lo studio della Storia e della Filosofia potrebbe aiutare a stroncare il “gossip” sul nascere. A questo proposito, riporto qui un dialogo di Socrate il quale, per determinare se le notizie che si stanno  diffondendo siano utili o meno, stabili’ un sistema a tre filtri. Si dice che in uno dei suoi celebri dialoghi, la conversazione con un pettegolo ateniese, che ho visto recentemente ampiamente condivisa sui social media, sia andata più o meno così: “Prima di dire qualcosa sugli altri, è bene prendersi il tempo per filtrare ciò che si intende. Io la chiamo la prova dei tre setacci. Il primo setaccio è la VERITÀ. Hai controllato se quello che stai per dirmi è vero?” “No, risponde il tizio, l’ho appena sentito in giro.” “Questa e’ bella! Quindi, non sai se è vero. Continuiamo con il secondo setaccio, quello della GENTILEZZA. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, e’ una bella cosa?” “Oh no! Anzi, e’ molto brutta” “Allora – prosegue Socrate – vuoi dirmi cose brutte su di lui e non sei nemmeno sicuro che siano vere? Forse puoi ancora superare la prova del terzo setaccio, quello dell’UTILITÀ. È utile che io sappia cosa mi dirai di questo amico?” Quando l’interrogato deve ammettere di no, “Allora, conclude Socrate, quello che stavi per dirmi non è né vero, né buono, né utile. Perché, allora, hai voluto dirmelo?”. Ebbene, anche se non possiamo sapere se questa sia stata la conversazione esatta, sappiamo leggendo Platone che il metodo socratico mette alla prova il malparlante mediante una serie di domande sull’universale etico, culminando sistematicamente nell’autoconfutazione dell’interlocutore. Ho ritenuto di citare il dialogo del filosofo greco nato quasi 500 anni prima di Cristo, perché’ penso che possa aiutare a  comprendere il valore delle parole, che sia un metodo-guida semplice ma molto utile per i ragazzi – e lo sarebbe eccome anche per gli adulti – genitori, insegnanti in genere come maestri e professori, oltre ai vari guru, influencers, opinionisti e chi piu ne ha piu’ ne metta. Sempre a proposito del “gossip”, riporto con dovuta ammirazione quanto ha detto il Papa Francesco in alcune delle sue potenti omelie: “Il pettegolezzo è una brutta cosa: all’inizio può sembrare piacevole e divertente, ma alla fine riempie il cuore di amarezza e avvelena la vita.” E circa la guerra in corso tra Russia e Ucraina, ha sottolineato: “In questi giorni stiamo parlando tanto della pace, vediamo le vittime delle armi militari, ma bisogna pensare anche alle nostre armi quotidiane: le chiacchiere, lo spettegolare.’ Durante un’udienza generale in Vaticano, avente per oggetto la dimensione cotemplativa del silenzio, si e’ in special modo rivolto ai ragazzi, dicendo loro che: ‘ La lingua – lo dice il Libro del Siracide nella Bibbia –  puo’ uccidere più della spada. Non bisogna avere paura dei momenti di silenzio. Farà tanto bene. Silenzio, invece di dire stupidaggini. Non cerchiamo sempre il telefonino, questo non aiuta”.

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