By Elena Chiella
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In the radiant heart of the French Riviera, where the sea shimmers like molten glass and the air carries the scent of citrus and salt, stands a house that seems to float between two worlds: Villa Kérylos, in Beaulieu-sur-Mer.
More than a monument to the Belle Époque, it is a meditation on beauty — a bridge between archaeology and art, between the rigor of scholarship and the poetry of living well.
Commissioned between 1902 and 1908 by Théodore Reinach — archaeologist, jurist, scholar, and humanist — and designed by Emmanuel Pontremoli, Villa Kérylos remains one of the most remarkable architectural utopias of the early 20th century. It is a meticulous re-creation of a Greek noble house from the 2nd century BC, inspired by the island of Delos, yet conceived to embrace modern comfort and technology.
Its name, Kérylos — “sea swallow” — evokes prosperity and rebirth, perfectly capturing Reinach’s vision: to resurrect the spirit of classical Greece in an age of science, progress, and refined elegance.
The Harmony of Myth
Crossing the threshold of Villa Kérylos is like stepping outside of time.
The entrance hall, the Thyrôreion, welcomes visitors with a mosaic depicting a rooster and a hen — symbols of the Reinach family — and the Greek word “ΧΑΙΡΕ,” meaning “rejoice.” It sets the tone: serenity, proportion, and light.
At the heart of the house lies the peristyle, a marble courtyard bathed in Mediterranean sunlight, where twelve Carrara columns frame murals of myth and legend — Apollo and Hermes, Talos, Hephaestus, Pelope and Hippodamia. The effect is both scholarly and sensual, a celebration of beauty as a form of knowledge.
In the Triklinos, the dining room, guests reclined on leather couches around three-legged tables, as in the ancient Greek symposia. They dined among frescoes of fauns and Sileni, surrounded by echoes of Apollo’s music and Dionysian laughter.
The library was Reinach’s sanctuary of thought — oak shelves, bronze lamps, a mosaic of Hera and Prometheus. It was here that he studied, wrote, and dreamed, convinced that the wisdom of Athens could still enlighten modern life.

Antiquity Meets Modernity
Villa Kérylos is not a museum but a living home.
Behind its marble facades and mythic décor lie hidden marvels of early 20th-century engineering: electric lighting, central heating, and showers with adjustable jets — all perfectly integrated into the classical aesthetic.
Each private chamber tells a story of harmony.
Ornithès, the room of Fanny Reinach, glows with frescoes of peacocks and swans; Ampelos, the marble bath, is adorned with scenes of the grape harvest; while the rooms Nikai and Erotès combine Venetian glass, bronze, and Dionysian mosaics in an atmosphere of timeless luxury.
Outside, the garden offers a Mediterranean Eden of olive trees and citrus groves — a place of reflection between sea and stone, where the hum of the waves mingles with the silence of thought.
The Man Behind the Dream
Théodore Reinach (1860–1928) was one of the great humanists of his time — historian, numismatist, archaeologist, mathematician, and politician. A descendant of a family of German bankers, he chose instead the path of culture and knowledge.
For Reinach, Greece was not merely a civilization but a moral and aesthetic ideal — the place where art and reason, beauty and democracy, achieved balance.
Villa Kérylos was his attempt to live within that ideal, to embody harmony not only in architecture but in life itself.
After his death, the villa remained with his descendants until 1966, when it was declared a Historic Monument of France. Today, under the care of the Centre des monuments nationaux, it continues to inspire scholars and travelers alike — those who believe that elegance is a form of intelligence.

The Legacy of a Utopia
In an age of haste and distraction, Villa Kérylos endures as a space of stillness and proportion.
It is not a relic of the past, but a vision of the future — a reminder that the pursuit of beauty is, ultimately, an act of wisdom.
Between the white columns and the murmuring sea of Beaulieu-sur-Mer, ancient Greece still whispers its lesson: modernity is not speed, but harmony.
IT
Villa Kérylos: il sogno greco della Costa Azzurra
Nel cuore luminoso della Costa Azzurra, dove il mare si frange contro le rocce in un canto perenne e l’aria profuma di limone e sale, sorge una dimora che sembra sospesa tra due mondi: Villa Kérylos, a Beaulieu-sur-Mer.
Un luogo che non si limita a raccontare la Belle Époque, ma la trasfigura in mito, unendo il rigore dell’archeologia alla poesia della vita vissuta come opera d’arte.
Concepita tra il 1902 e il 1908 da Théodore Reinach — archeologo, giurista, umanista, mecenate — e realizzata dall’architetto Emmanuel Pontremoli, Villa Kérylos è una delle più straordinarie utopie architettoniche del XX secolo: la ricostruzione filologica di una casa greca del II secolo a.C., modellata sulle residenze dell’isola di Delo, ma pensata per abitare la modernità.
Il suo stesso nome, Kérylos, la “rondine di mare”, uccello di buon auspicio nella mitologia ellenica, evoca prosperità e rinascita. Un simbolo perfetto per l’impresa di Reinach: riportare in vita lo spirito della Grecia classica in un’epoca di scienza, progresso e mondanità raffinata.

L’armonia del mito
Varcare la soglia di Villa Kérylos significa abbandonare il tempo. L’ingresso, il Thyrôreion, accoglie i visitatori con un mosaico che raffigura un gallo e una gallina — emblema della famiglia Reinach — e l’iscrizione “ΧΑΙΡΕ”, “rallegrati”.
È un invito alla serenità e alla misura, due virtù centrali della filosofia greca e, forse, del vivere mediterraneo.
Il cuore della villa è il peristilio, un cortile di marmo di Carrara circondato da colonne, dove la luce gioca con gli affreschi che narrano miti e leggende: la contesa tra Apollo ed Ermes, il ritorno di Efesto nell’Olimpo, la morte di Talos, il sacrificio del toro. Ogni immagine è una finestra su un mondo in cui arte, religione e vita quotidiana erano un tutt’uno.
Nel Triklinos, la sala da pranzo, letti di cuoio intrecciato e tavoli a tre gambe ricreano l’atmosfera conviviale dei simposi. Gli ospiti di Reinach cenavano tra affreschi di Sileni e statue di Apollo, immersi in un ambiente dove la mitologia diventava esperienza sensoriale.
La biblioteca è invece un tempio del sapere. Scaffali di rovere custodiscono testi di storia e filologia, mentre lampade di bronzo diffondono una luce calda e raccolta. Un mosaico raffigurante Era e Prometeo, simboli di sapienza e creazione, veglia sugli studi del padrone di casa. Qui Reinach scriveva, leggeva, insegnava, circondato dai simboli di una civiltà che considerava ancora viva.

L’antico che anticipa il moderno
Villa Kérylos non è un museo statico, ma una casa da vivere. Reinach volle che ogni comodità contemporanea si integrasse armoniosamente con il linguaggio classico.
Così, dietro le colonne e i fregi si celano docce, impianti di riscaldamento, un sofisticato sistema elettrico — un lusso raro per l’epoca.
Le camere private raccontano questa fusione di estetica e innovazione: Ornithès, la stanza di Fanny Reinach, è decorata con affreschi di pavoni e cigni, simboli di Era; il bagno Ampelos presenta una vasca in marmo e affreschi di vendemmia; le stanze Nikai ed Erotès, dedicate a Théodore, uniscono mosaici dionisiaci a dettagli in bronzo argentato e vetro veneziano.
Tutto è pensato per celebrare l’armonia tra corpo e spirito, tra piacere e conoscenza. Il giardino che circonda la villa, con ulivi, melograni e agrumi, è un’estensione naturale di questa filosofia: una pausa di quiete tra mare e pietra, dove il tempo sembra riflettersi nell’acqua come in uno specchio di luce.
Théodore Reinach, l’uomo dietro il sogno
Figura affascinante e poliedrica, Théodore Reinach (1860–1928) fu una delle menti più colte della sua epoca. Discendente di una famiglia di banchieri tedeschi, scelse la via della cultura e della ricerca: fu storico, numismatico, archeologo, musicologo, politico.
Ma soprattutto, fu un idealista. Per lui, la Grecia rappresentava non solo una civiltà, ma un modello etico ed estetico: il luogo dove l’arte e la ragione, la bellezza e la democrazia, trovavano equilibrio.
Villa Kérylos è il suo testamento intellettuale: una casa che parla il linguaggio degli dèi ma pensa come un uomo moderno.
Dopo la sua morte, la villa restò alla famiglia fino al 1966, quando fu dichiarata Monumento Storico di Francia. Oggi appartiene al Centre des monuments nationaux e continua a incantare visitatori da tutto il mondo, studiosi e viaggiatori, amanti del bello e del pensiero.
Il lascito di un’utopia
In un mondo che corre veloce, Villa Kérylos resiste come un luogo di silenzio e misura.
Non è un santuario del passato, ma un laboratorio del futuro: un invito a ritrovare quella “armonia perduta” che Théodore Reinach cercò nella pietra e nella luce.
Tra le colonne di marmo e il canto del mare di Beaulieu, l’antica Grecia non è un ricordo: è una promessa.
E forse è proprio questo il segreto della villa — ricordarci che la modernità non nasce dal progresso, ma dall’equilibrio.
